Storia del Carnevale Civitonico

Il Carnevale di Civita Castellana non è una festa qualsiasi. Quello che prende forma davanti agli occhi degli spettatori non è soltanto una ordinata sfilata di maschere, ma un avvicendarsi di vari personaggi inseriti in un contesto di sfavillanti scenografie ispirate ai temi della vita di tutti i giorni.

Il Carnevale Civitonico è soprattutto una straordinaria celebrazione della libertà e del gioco. Un momento sospeso nel tempo e nello spazio, dove scompaiono i limiti di età e le differenze sociali, politiche e culturali.
Una festa di origini antiche che unisce e diverte spettatori e protagonisti della sfilata dei carri allegorici e gruppi mascherati.

Tra i più importanti d’Italia grazie alla realizzazione di carri allegorici vere e proprie opere d’arte in cartapesta, progettati e realizzati da valenti artigiani locali, ai quali si aggiunge la partecipazione dei gruppi mascherati e i loro costumi variopinti. Tutto questo rende il Carnevale eccezionale, colorato e coinvolgente, ma soprattutto divertente e unico.

 

Il Carnevale inizia il 17 gennaio e termina alla mezzanotte del martedì che precede la festività religiosa del Mercoledì delle Ceneri (Scopri il programma e partecipa al Carnevale!).

La centralità che il Carnevale ha sempre avuto nel tessuto sociale locale è confermata dalla matrice storica della ricorrenza stessa, databile già nel III – II secolo a.C. Sebbene non esistano documenti che diano informazioni esatte su cosa accadesse nei periodi più antichi, sarà con Papa Paolo II (1464 – 1471) che venne conferito al Carnevale un primo aspetto tradizionale, facendo allestire cortei bacchici e rappresentazioni mitologiche.

Sempre nel corso del XV secolo, inoltre, le norme che si dette il Comune di Civita Castellana riguardo i festeggiamenti del Carnevale tendevano a configurare uno spazio sociale e temporale nel quale ogni singolo individuo aveva la licenza di entrare nell’euforia collettiva.
La tradizione si andò strutturando nel corso del Medioevo, durante il quale fecero la loro comparsa i primi giullari e buffoni ad animare la città.

Il Carnevale divenne ben presto uno dei momenti più importanti dell’anno, festeggiato con giocosa spensieratezza.
A Civita Castellana divenne così importante da regolamentarlo attraverso lo Statuto Comunale del 1556 che rappresenta il documento più antico che attesta l’esistenza del Carnevale Civitonico. Attualmente è custodito nell’Archivio Centrale dello Stato di Roma in corso Rinascimento.
Ancora oggi il Carnevale è una delle festività principali della città, tenuto in vita dai suoi cittadini che ne tramandano lo spirito di allegria nel trascorrere del tempo e delle varie generazioni.

La grande festa de O’ PUCCIO

Nel 1833, lo storico del Folclore e delle Tradizioni Popolari Gaetano Gigliotti scriveva il suo elogio storico del Carnevale con il funerale del Re delle Maschere organizzato in quell’anno dalla società dei beoni.
Lo scritto ottocentesco riporta un’attività che coincide con quella che oggi è il Rogo del O’ Puccio che chiude il carnevale locale.

Oltre alla festa di Sant’Antonio Abate è stato introdotto un altro elemento che è diventato tradizione: il trasporto in piazza Matteotti del Re Carnevale meglio conosciuto con il nome di O’ Puccio, che nel dialetto civitonico indica la persona immobile che è ferma senza fare nulla, ovvero la parodia di coloro che non partecipano alla festa popolare.

La sera del Martedì Grasso, il Re muore e viene cremato, chiudendo ogni festeggiamento, ogni follia in maschera.
Il rituale tradizionale prevede che le regole, il potere e le convenzioni subiscano un’inversione ed è per questo che O’ Puccio viene bruciato.
Il pupazzo di cartapesta viene mandato al rogo durante la grande festa perché il Carnevale simboleggia proprio il passaggio rituale importante dalla notte dei tempi.

Nel tempo l’opera allegorica è stata realizzata da artisti locali; nell’edizione 2025 è stato eseguito dagli alunni del Liceo Artistico Midossi di Civita Castellana, diretti dai maestri cartapestai Massimiliano Meschini e Roberto Moscioli.

Il Carnevale dei bambini

Dopo 18 anni di assenza, l’edizione del 2025 vede l’inserimento nel programma del Carnevale dei Bambini.
Il debutto della manifestazione è fissato a giovedì 27 febbraio 2025 “giovedì grasso”. Tema scelto è “Il Prato della Pace” (CONSULTA QUI IL PROGRAMMA). La sua realizzazione vede la collaborazione tra la Fondazione e le scuole materne del paese, con lo scopo di educare i bambini alle tradizioni del proprio territorio, ma anche insegnare loro come sfilare e donare loro una festa spensierata e divertente.

La Fondazione Carnevale Civitonico è attualmente presieduta da:

Presidente

Luca Bobboni

Vice presidente

Francesca Pelinga

Tesoriere

Gian Matteo Del Priore

Consigliere

Leonardo Marabitti

Consigliere

Maria Angela Mascarucci

È stata pubblicamente designata dal Sindaco Dott. Luca Giampieri con atto pubblico del 19 luglio 2024. Scarica statuto.

I gruppi mascherati

Ogni anno i carri allegorici e i vari gruppi mascherati sono realizzati dagli stessi componenti denominati nel gergo popolare carnevalari, i quali artigianalmente e servendosi della storica e ormai consolidata tecnica della cartapesta, ovvero carta unita a colla composta semplicemente da acqua e farina, creano strutture dalle forme vivaci e da colori accesi e brillanti.


Civita Castellana è anche famosa per i suoi visitatori che si mascherano liberamente per partecipare alla sfilata, insieme con i partecipanti ufficiali in un tripudio di colori e divertimento. Un Carnevale di Popolo, aperto a tutta la società nelle sue molteplici forme e componenti sociali: le generazioni sono di passaggio nella storia, ma il Carnevale Civitonico resta ed è la storia.

Il Carnevale Civitonico non sarebbe tale senza la partecipazione di gruppi mascherati composti dai cittadini di Civita Castellana, così composti: